Passa ai contenuti principali

Post

Secondo te chi è l'alleato naturale del PD alle prossime elezioni?

Renziani, 5 stelle, leghisti e altre amenità contemporanee

Nell'ultimo post, preelettorale, preso da follia divinatoria, come un fottuto oracolo di delfi qualsiasi, avevo profetizzato il tramonto del "centrosinistra", ormai trasformatosi in segno grafico senza significato. Oggi sono tra coloro che, pur avendo creduto in una miracolosa rinascita, credono fermamente che non tornerà più dalla morte. Perché né il ridicolo Calenda, né lo scafato  Zingaretti possono rappresentare il benché minimo argine ad una rivoluzione di paradigma come quella iniziata con le politiche e terminata nelle ultime amministrative. Si badi bene, non credo che il cambio di paradigma dal centrsinistra di matrice post-prodiana, fatto di un universo segnico e simbolico preciso (Dossetti, La Pira, Berlinguer, Moro, la resistenza,  il post-PCI, Ivano Fossati, un'industria culturale amica, gli editoriali di Repubblica, l'aristocrazia intellettuale, Nanni Moretti, i film neorelisti, le sfuriate televisive di Cacciari, i comici, i Benigni, un certo fran
Post recenti

Profezia per marzo 2018 (senza scomodare Isaia o Pisapia).

Avevo scelto il silenzio alle troppe parole degli ultimi mesi. Non ritenevo necessario scrivere. Parafrasando Wittgestein, su ciò di cui non si può parlare, altrimenti si diventerebbe offensivi, meglio tacere. E il silenzio qui, al contrario di wittgestein, non riguarda l'essere, il chi siamo e perché viviamo, ma più banalmente l'atroce incapacità di generare  una minima strategia del centrosinistra italiano. Se da un lato troviamo il populismo oligarchico renziano, dall'altro troviamo ancora troppi leader che come ventriloqui si parlano tra sè, in un dialogo tra sordi senza darsi la pena di coinvolgere il  reale, cioè noi che leggiamo, che parliamo di politica, che ci interessa capire che fine farà questo mondo, avendo (pensa te che mattachioni) anche la  presunzione di migliorarlo.  Quanto al renzismo, lo ritengo un male attuale della nostra epoca. Come dicevo prima è una sorta di patologia acuta in grado di conciliare una visione oligarchica e conservatrice della so

Oltre il deserto. Diario degli incontri con i leader della sinistra.

Torno da un po' di incontri con leader dei movimenti nazionali, prima Enrico Rossi, presidente di questa regione, esponente di Mdp e Giuseppe "Pippo" Civati, di Possibile. Entrambi usciti dal Pd , il primo nel 2017 e l'altro già nel 2015.  Entrambi alla ricerca di una proposta che sappia unire la radicalità del messaggio con la sana presunzione di governare. Entrambi hanno parlato dell'importanza di unirsi, in un soggetto forte, unico, partendo dalle esperienze che sono cresciute separatamente, ma che hanno in comune una visione forte e finalmente unitaria. Insomma, credo sia arrivato finalmente il tempo di unire le forze e scrivere un sintetico manifesto dove si declinino i principi e le misure per attuarli.  Nei 2 giorni in cui sono stato a Reggio Emilia, ho percepito un'atmosfera stimolante, che mi ha restituito la voglia di riprendere la militanza politica: senza passione si muore lentamente in un vuoto pragmatismo, in un vuoto presente del fare, per

La nuova grande sinistra secondo me

Partiamo dalle conclusioni: smettiamo di dividerci e creiamo una casa dove stare insieme. Una casa fatta innanzitutto di idee, poche e ordinate, con poche stanze ma ben distribuite. Non è vero che le ideologie sono morte, che sono pezzi da museo novecentesco, come vorrebbe la nuova vulgata macronian-renziana: anzi, al contrario, oggi assistiamo all'ideologia più potente che sia mai esistita, quella nichilista, del finto egualitarismo, del vuoto pragmatismo del fare, senza essere più nulla (lo sai che non siamo più nulla? Cantava Francesco Guccini qualche anno fa).  Allora ripartiamo da quel mondo che ormai ha perso ogni speranza, dai poveri, dai disoccupati, dai precari, da chi ha smesso di sperare che la vita possa essere più giusta. C'è però bisogno di qualcosa di più di movimenti nati da alcuni leader nazionali. C'è bisogno dell'anima giovane, viva che ha ispirato le grandi rivoluzioni sociali nei secoli passati, dai mazziniani, i sessantottini, i movimenti dei di

Immigrazioni e soluzioni:progettare per trasformare minacce in risorse

Mi è molto difficile parlare del fenomeno a pochi giorni dalla tragedia assurda di Manchester, dove giovani innocenti hanno perso la vita in modo così insensato, per mano di vigliacchi psicopatici. Non mi inoltro neanche in tuffi sociologici o geopolitici sull'integrazione dei migranti nelle nostre città o sui conflitti globali nell'Islam, perché non ne ho titolo.  Volevo qui parlare semplicemente di un piccolo progetto cocreto, fatto di piani d'azione e output, a cui il comune di Follonica e l'ISIS di Follonica  hanno aderito insieme all'Ajuntament di LLeida in Spagna (loro preferirebbero Lerida in Catalunya) e il Municipio di Odemira in Portogallo.  Il nome del progetto è "Growing together" e si svolge nel quadro dell'azione europea dell'Erasmus plus. Il progetto consiste - in sintesi - nel dare vita a dei laboratori rivolti ad immigrati con figli in età scolare - in cui si studino insieme le soluzioni migliori per superare quegli ostacoli

Studenti, giovani e cittadini digitali

E' pur vero che la demografia nel nostro paese è fortemente squilibrata verso gli ultra 65 enni, che sono il 23 percento della popolazione. Senz'altro sono loro - e non i giovani - ad essere la categoria ad alto rischio di esclusione digitale. E allora perché il Comune di Follonica ha voluto partire proprio dalle scuole superiori per attuare l'art. 5 del Nuovo Statuto Comunale (marzo 2017) ?  Lo ha fatto intanto per una ragione: se attiviamo il loro enorme potenziale creativo e motivazionale, saremmo in grado di scatenare una vera tempesta, capace di smuovere tutta la cittadinanza verso questo nuovo concetto di appartenenza alla civitas. Andando per gradi, una volta recepito nello statuto il diritto alla partecipazione digitale, ci siamo domandati come potevamo attuare questo principio, come dargli gambe e operatività. Siamo così arrivati - dopo un evento di presentazione a maggio del 2016 - ad un accordo con le dirigenti e insegnanti delle scuole superiori del territ

Un paese per (vecchi) conservatori in cerca di un leader solo

Ebbene sì. Riprendo a scrivere perché dopo gli ultimi eventi era davvero difficile starsene zitti a guardare. Partiamo dai numeri che sono sempre ispiratori: in Italia abbiamo negli ultimi anni collezionato un debito pubblico spaventoso, frutto di una spesa incontrollata, che significa aumento degli interessi passivi da pagare al sistema bancario. Frutto di politiche miopi e di breve termine, spesso attuate per rincorrere i risultati della campagna elettorale successiva. Non si è creato un posto di lavoro in più - anzi - se guardiamo alle statistiche Istat di ieri sono aumentati gli inattivi, cioè quella categoria di "disperati" che il lavoro hanno smesso di cercarlo. Siamo difronte a uno scenario pressoché catastrofico sul versante della stabilizzazione dei posti di lavoro: finito infatti l'effetto del bonus fiscale, sono tornati a crescere i contratti a tempo determinato. Traducendo ancora, per ottenere un mutuo, un "prestitino", anche per pagare le tasse, s